Luigi Malabrocca e la storia della maglia nera

Il primo e l’ultimo se li ricordano tutti; il secondo e il penultimo se li ricordano solo loro, anche se forse vorrebbero dimenticarselo; dal terzo al terzultimo non se li ricorda nessuno. Per questo ho lottato per arrivare ultimo.
(Oscar Gatto, maglia nera al Giro 2007)
 

Era nato il 22 di giugno del 1920, un secolo fa, Luigi Malabrocca corridore alessandrino di Tortona soprannominato il cinese per i suoi occhi a mandorla

L’accostamento della maglia nera all’ultimo in classifica si deve a un calciatore.Giuseppe Ticozzelli faceva di professione il difensore, ma amava ogni tipo di sfida in modo piuttosto viscerale. Nel 1926, per esempio, decise di correre il Giro d’Italia. Lo fece indossando la maglia del Casale, la sua squadra dell’epoca, che era per l’appunto nera. Ticozzelli riuscì a concludere solo tre tappe del Giro, ma si distinse, anziché per le prove atletiche, per il modo in cui partecipava alla gara. Arrivava al via sempre all’ultimo momento, spesso accompagnato in taxi, poi partiva a razzo per fughe tanto folli quanto brevi. Infatti Ticozzelli si fermava ben presto in qualche trattoria a mangiare e riposarsi, incurante del risultato finale .ma sarebbe bastato a segnare per sempre la storia del frasario sportivo italiano.

foto web

La conquista della maglia nera divenne, nei Giri d’Italia del dopoguerra, una competizione con tanto di premi: damigiane di vino e olio, maialini, quadri d’autore, qualche soldo. Essere ultimi poteva rivelarsi un affare: Ciro Verratti, inviato storico del Corriere della Sera, scrisse nel ’49 che la maglia nera “è nata per ridere, ma sta diventando una cosa seria”.

In effetti l’umiltà e la tenacia messe in mostra dall’ultimo in classifica ricalcavano esattamente quelle che erano le qualità di un Paese che provava a rialzarsi: l’Italia di De Gasperi era piena di speranze e povera di tutto il resto. E allora sulle strade della penisola, da Nord a Sud, si inneggiava -certo – a Coppi e Bartali, ma pure a Carollo e Malabrocca.

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Stucchi corsa 1913

Di Alfonso “Fonso” Calzolari

Vergato (Bo) 30.4.1887- Ceriale (Sv) 4.21983 professionista dal 1909 al 1926, vinse il giro d’Italia nel 1914. Nell’edizione del giro del 1914, in cui si susseguirono fatti rocamboleschi come bufere di neve tempeste e ripetuti tentativi di sabotaggio ai suoi danni, stabilì anche una serie di primati ancora imbattuti: vinse infatti con 1 ora,55 minuti e 26 secondi di vantaggio su Pierino Albini (il maggior distacco mai inflitto dal vincitore al secondo classificato.

Inoltre al Giro del 1914 fece registrare la media di velocità più bassa di sempre (23,374 km\h) e il minor numero di atleti giunti a Milano(appena 8). In quel giro venne inserita anche la tappa più lunga di sempre, la Lucca-Roma di ben 430 km vinta da Costante Girardengo, in cui Calzolari difese il primato conquistato dalla tappa precedente.

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Confente corsa Masi

Lo “Stradivari” delle biciclette

Mario Confente: un nome sconosciuto ai più, che cela però un talento, un genio della meccanica, ma allo stesso tempo una persona umile, laboriosa e dal grande cuore che merita di essere ricordata e valorizzata.


La sua “storia d’amore” con la bicicletta iniziata quando aveva tredici anni l’ha portato prima a gareggiare e successivamente a produrre cicli di altissima qualità tanto da essere definito dall’amico e collaboratore Jim Cunningham lo “Stradivari” delle biciclette.


Mario Confente nacque a Montorio Veronese il 29 gennaio 1945 da una modesta famiglia. Terzo di cinque figli, ed unico maschio, non ebbe un’infanzia facile; iniziò a lavorare giovanissimo come apprendista nel locale negozio di ferramenta del signor Carli sito al civico 26 di via Olivé, ma la sua attitudine e passione per la meccanica furono ben presto notate da Antonio Tiberghien il quale, avendo conosciuto Mario grazie al rapporto di amicizia che lo legava ai suoi figli, gli offrì un posto come riparatore di telai nel grande lanificio di sua proprietà. Qualche tempo prima egli si iscrisse alla scuola professionale “L. Da Vinci” dove ebbe modo di ampliare le sue conoscenze in materia di meccanica.

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Fiamme S.A Milano cerchi

S.A. Fiamme of Milano

  by Breaking Away

Update January 10, 2018

A fellow Legnano enthusiast in the Netherlands is in the process of restoring an early Tipo Roma cambio corso model and the online conversation turned to the period-correct rims for his project. And with that an interest on my part to update the site with some additional background on one of Legnano’s long-standing component suppliers, Fiamme.

I have yet to find a reference that dates the founding of S.A. Fiamme of Milano, a component maker that is best known for the production of aluminium rims but also produced high-quality stems and handlebars. What is available of Fiamme’s history takes shape in the early 1930’s when Mario Longhi patented the double eyelet, hollow aluminium rim on January 5th, 1934 just two hours prior to a similar patent being filed by Mavic of France (source: Hilary StoneMavic). Longhi licensed the patent to Fiamme until its expiration and also to Mavic until 1947 according to the Mavic website.

Below is a drawing of the original aluminium Fiamme sprint rim incorporating the Longhi patented construction as illustrated in their 1935 catalog (source: Hilary Stone) and following that an advertisement for the Fiamme sprint rims in the March 2, 1934 issue of Cycling magazine (source: Classic Lightweights UK).

The first image below is from the extensive 1952 Emilio Bozzi SpA parts catalog, offering the Fiamme tubular rim with and without eyelets. Note the Fiamme logo incorporates an image of Pegasus, the mythological winged horse, as opposed to the illustration of a helmet that we are most familiar with. Also the label is in the shape of a ‘marquis’ rather than an oval. I have yet to come across a tubular type rim with the Pegasus illustration on the label.

The second image below is the Fiamme rim with eyelets on the 1946 Legnano Tipo Roma in my collection. The ‘Brevetto Longhi’ license stamped above the ‘S.A. Fiamme’ branding can also be found in the identical format on my original 1958 Roma and my 1963 Roma. However, the Fiamme rims (with eyelets) on my original 1966 Roma are simply stamped ‘S.A. Fiamme’ with ‘Made in Italy’ below, suggesting that the Longhi patent had expired by that time. I should also mention that the valve hole on all of the above rims has a reinforcing eyelet.

The third image below is courtesy of a post on Bike Forums by ‘iab’ who references it to a 1948-1949 Viscontea Pista. What is notable is this early Fiamme red label rim is without the reinforcing spoke eyelets and is simply engraved ‘Fiamme Milano’, and without the words ‘Brevetto Longhi’ as the rim does not make use of the Longhi patent.

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Frejus corsa 1934/35


La FREJUS è una delle più gloriose marche italiane. Fondata a Torino nel 1896 da Elmo Guelfi, la Frejus è sempre stata orientata verso una produzione di qualità, elettivamente di tipo sportivo.

La Casa ha sempre considerato l’impegno agonistico come strumento di promozione del marchio, per questo è sempre stata presente, per oltre mezzo secolo ai massimi livelli sui percorsi di gara.

Nella lista interminabile di vittorie, spiccano 2 Giri d’Italia, 4 Campionati del mondo, 2 allori Olimpici ed altro ancora.

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Piave corsa 1954

La fabbrica , fondata nel 1929 (Marchio originario di Santa Lucia di Piave in provincia di Treviso) dalla famiglia Michelin che non possiede più l’attività, lo stesso marchio cambiando proprietà ha subito la modifica in CiclO Piave e non produce più telai per bici da corsa) da allora con marchio registrato, produce e vende in esclusiva le proprie realizzazioni.

freni Universal extra primo tipo

guarnitura Magistroni con gruppo Campagnolo gran sport

collezione privata dell’amico francese Denis

Fiorelli corsa 1957

La fabbrica Fiorelli nasce nel 1932 in via Ugo Foscolo a Novi Ligure, grazie ai fratelli Rinaldo, Mario e Lino Fiorelli.

Inizialmente costruisce solo telai da corsa, ma presto passa alle bici complete sia da corsa sia da viaggio.

La squadra corse Fiorelli ingaggia campioni come Ferdy Kubler, Jean Robic e Ugo Koblet. Le bici Fiorelli equipaggiano diverse squadre, la più celebre la Carpano-Coppi.

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Benotto corsa 1950 col cambio Paris Roubaix

Il telaio fu fatto da un artigiano famoso torinese Giuseppe Pelà. Pelà ‘non ha mai voluto il proprio nome su nessun telaio, probabilmente per non interferire o entrare in conflitto con gli interessi commerciali dei team o dei ciclisti per cui ha costruito”.

La storia della Benotto

Il marchio nasce a Torino nel 1931 da una idea di Giacinto Benotto, un giovane ciclista di 24 anni.

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bici corsa Gerbi corsa 1927

Giovanni Gerbi è meglio noto come il diavolo rosso.

La leggenda dice che il soprannome Diavolo Rosso gli sia stato dato da un sacerdote, dopo che Gerbi arrivando come un fulmine era piombato sui fedeli in una processione.

Gerbi (1885-1955) è astigiano, ma in realtà si può dire anche alessandrino perchè all’epoca Asti faceva parte della provincia di Alessandria.Anch’egli dopo aver chiuso l’ attività agonistica diventa produttore ed è spesso ad Alessandria, arrivando sempre rigorosamente in bicicletta, ospite anche del negozio Maino.

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