Marastoni corsa 1957/62

Marastoni corsa, si nota la collaborazione con Ciro Cinelli, le idee migliori nascono dove le menti si incontrano.

Che tristezza però pensare che la tradizione italiana di maestri telaisti sta scomparendo .

Marastoni è stato nell’arco di sessant’anni di carriera uno più creativi e importanti costruttori di biciclette da corsa italiani. Molto di più di un semplice saldatore artigiano, curava maniacalmente ogni dettaglio alla ricerca continua della perfezione estetica e funzionale, dedicando ad ogni singolo telaio molte ore di lavoro manuale, soprattuto quelle dedicate alla fase di limatura e rifinitura.

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Cambio Campagnolo corsa 2 leve – 4 modelli

primo tipo con foro

The suicide shifter

La particolarità del primi modelli prodotti negli anni 30 è la mancanza della scritta Campagnolo su entrambe le facce della zona in cui si afferravano le bacchette , modello non disponibile, per ora

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Maino corsa 1932

La fabbrica Maino

Nel 1896 Giovanni Maino, da Spinetta, apre ad Alessandria una fabbrica di biciclette, che diventa nota a livello mondiale.

Nel 1908 Giovanni Maino è in società con Umberto Pizzorno, in un mercato ancora dominato da Monti & Castagneri: la loro fabbrica nasce in piazza Garibaldi, nel palazzo all’angolo con via Mondovì, che ha sul tetto la grande insegna con il nome dei due soci.

Poi i due si dividono, il laboratorio Maino occupa l’area attuale dei giardini di piazza Marconi dove già esistevano le scuderie del palazzo Figarolo di Groppello, mentre il negozio è in piazza Garibaldi, sotto i portici, all’angolo con Corso Roma.

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Masi corsa fine anni 50

Masi. Questo nome nel mondo della bicicletta da corsa è una leggenda. Faliero Masi è stato “il sarto” che dal 1949 nel negozio sotto l’altrettanto leggendario velodromo Vigorelli a Milano, in via Arona, ha scritto con il cannello di saldatura pagine memorabili nella storia di questo sport ridefinendone certi aspetti. Molti nomi leggendari hanno calcato il pavimento di questo negozio: Coppi, Anquetil, Merckx, Maspes, etc.. inutile fare l’elenco. Com’è inutile ripetere qui la storia di un mito che quasi tutti conoscono.

All’inizio del Novecento in piazza della Chiesa si trovava una delle prime botteghe da meccanico di biciclette. Ne era proprietario tale Campostrini che per alcuni anni ebbe come garzone Faliero Masi, un giovane che si cimentò anche nella carriera di ciclista.

Dopo un brillante avvio fra i dilettanti sul finire degli anni Venti Faliero passò ai professionisti. Partecipò, senza squadra, a due Giri d’Italia, ma in entrambi i casi fu costretto al ritiro. Nel 1933 vinse una coppa Zucchi.

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Wilier Triestina gruppo Campagnolo cinquantenario

Wilier Triestina nasce nel 1906 con il nome di Wilier, grazie all’idea di un commerciante bassanese, Pietro Dal Molin, di costruire in proprio biciclette. La sua fucina di “cavalli d’acciaio” sorge come un piccolo laboratorio sulle rive del Brenta, a Bassano del Grappa, e il suo successo aumenta di pari passo alla sempre maggior richiesta di biciclette.

Per questo motivo Dal Molin decide di allestire una squadra professionistica capitanata dal triestino Giordano Cottur, noto per essere succeduto nella Bassano-Monte Grappa per dilettanti nientemeno che a Gino Bartali.

Nello stesso periodo sull’onda del sentimento popolare di apprensione per le sorti di Trieste, Dal Molin decide di associare al nome della sua azienda quello della città giuliana.

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Chiorda 1965 reparto corse Salvarani

telaio Cinelli

Io l’ho trovata a Lugo, stavo parlando con amici al mercatino delle manifestazione “Le strade bianche di Romagna” quando passa un signore su di una Chiorda straordinaria certamente del Reparto Corse Salvarani. Dopo una trattativa levantina sono riuscito a farmela vendere.

Il telaio ha delle congiunzioni Cinelli, non solo il nodo sella, talmente lavorate finemente che subito si sono formate due correnti di pensiero, la prima che il telaio fosse stato saldato da Luigi Valsassina, che uscito dalla Bianchi nel 1947 andò a lavorare da Cinelli; se confronti le congiunzioni della mia Chiorda con quelle della Bianchi di Fausto Coppi del 1945 (proprietà Amadori e riprodotta nel nostro libro) troverai una somiglianza notevole. L’altra corrente di pensiero è che il telaio sia stato saldato da un meccanico romagnolo della Salvarani il cui nome non ricordo perché mi fu detto a voce, dovrei chiedere a Fausto Pezzi che forse lo sa.

Sono, come ti avevo detto, in Sardegna e non ho con alcuna documentazione, quindi in questi giorni ho dovuto pensare alla ricerca che ho fatto a suo tempo e finalmente mi sono ricordato che nel 1965 al Tour de France vinto da Gimondi, la Salvarani adottava bici CHIORDA e io ho trovato alcune foto dove il nodo sella è Cinelli. Le misure del telaio sono quelle di Adorni al quale avevo annunciato che sarei andato a Parma a fagliela vedere il prima possibile

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Bottecchia corsa anni 40

Ottavio Bottecchia nacque a San Martino di Colle Umberto, provincia di Treviso, il primo agosto del 1894.Morì in circostanze misteriose il 15 giugno del 1927, a soli 33 anni.

Nacque ultimo d’otto figli.Da giovane conobbe la fame e la miseria, quella vera, quella che non permette di arrivare a sera. 
Miracolosamente giunto all’età da lavoro intraprese diverse professioni: carrettiere, tagliaboschi, muratore e bersagliere nell’esercito italiano.

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