Io l’ho trovata a Lugo, stavo parlando con amici al mercatino delle manifestazione “Le strade bianche di Romagna” quando passa un signore su di una Chiorda straordinaria certamente del Reparto Corse Salvarani. Dopo una trattativa levantina sono riuscito a farmela vendere.
Il telaio ha delle congiunzioni Cinelli, non solo il nodo sella, talmente lavorate finemente che subito si sono formate due correnti di pensiero, la prima che il telaio fosse stato saldato da Luigi Valsassina, che uscito dalla Bianchi nel 1947 andò a lavorare da Cinelli; se confronti le congiunzioni della mia Chiorda con quelle della Bianchi di Fausto Coppi del 1945 (proprietà Amadori e riprodotta nel nostro libro) troverai una somiglianza notevole. L’altra corrente di pensiero è che il telaio sia stato saldato da un meccanico romagnolo della Salvarani il cui nome non ricordo perché mi fu detto a voce, dovrei chiedere a Fausto Pezzi che forse lo sa.
Sono, come ti avevo detto, in Sardegna e non ho con alcuna documentazione, quindi in questi giorni ho dovuto pensare alla ricerca che ho fatto a suo tempo e finalmente mi sono ricordato che nel 1965 al Tour de France vinto da Gimondi, la Salvarani adottava bici CHIORDA e io ho trovato alcune foto dove il nodo sella è Cinelli. Le misure del telaio sono quelle di Adorni al quale avevo annunciato che sarei andato a Parma a fagliela vedere il prima possibile
Troviamo su paramanubrio che “erano i primi anni del ‘900 quando ad Albino (BG) i tre figli del farmacista Carlo, Vito, ed Ettore Chiorda fondano la Cicli Chiorda. Nel 1906 il giovane corridore dilettante Ettore Noris Chiorda su una bicicletta uscita dalla sua officina vince il campionato sociale UCB, in seguito gareggerà contro campioni come Giovanni Gerbi e Costante Girardengo e parteciperà al Giro d’Italia del 1922”.
La produzione inizialmente è ad Albino (Bergamo). Il campanile che compare nel marchio Chiorda è, infatti, quello di Piazza Vittorio Veneto a Bergamo.
Negli anni sessanta la Chiorda diventa proprietà di Angelo Trapletti – un industriale bergamasco che acquisirà anche la Bianchi – che sposta la produzione a Vigano San Martino (Bergamo).
La Chiorda Magni con cui Gimondi vinse il Tour del 1965La Chiorda nei primi anni sessanta ha come top di gamma un modello che commercializza con l’etichetta “Magni” (da Fiorenzo Magni, il grande corridore). E’ con una bici Chiorda marchiata Magni che Felice Gimondi, allora giovanissimo, vince a sorpresa il Tour de France del 1965. Il colore, che rimarrà caratteristico delle Chiorda, è un blu-azzurro.
La Chiorda Magni viene prodotta nel periodo 1963-’65. Successivamente, anche per l’alta gamma, viene usato direttamente il marchio Chiorda.
Gimondi sulla Chiorda vince la Parigi-Roubaix del 1966
La Chiorda è resa famosa dall’abbinamento con la squadra Salvarani (attiva nel periodo 1962-1972), per la quale hanno corso corridori del calibro di Arnaldo Pambianco, Vito Taccone, Vittorio Adorni, Felice Gimondi, Gianni Motta, Gino Zandegù, Rudy Altig, Marino Basso (che su una Chiorda vince il Campionato del Mondo del 1972 a Gap).
Non sempre, però, Gimondi e la Salvarani corsero su bici marchiate Chiorda.
Come detto,dal 1963 al 1965 il marchio è Magni.
Il nome Chiorda (in bianco su fondo blu-azzurro, sul tubo verticale e trasversale) appare sulle bici della Salvarani nel 1966: quell’anno su Chiorda, Gimondi vince, tra l’altro, la Parigi-Roubaix e il Giro di Lombardia.
Gimondi e Motta sulle Chiorda nel Giro del 1970Nel 1967 e nel 1968 le bici dei corridori Salvarani mostrano invece il marchio Bianchi.
Nel 1969 (Gimondi vince il Giro d’Italia), 1970 e 1971 il marchio ritorna ad essere Chiorda.
Negli anni successivi le bici della Salvarani saranno marchiate Bianchi.
In realtà, come accadeva usualmente in quel periodo, le bici dei corridori Salvarani non erano prodotte materialmente negli stabilimenti della Chiorda. I corridori, in particolare quelli di alto livello, potevano servirsi dei telaisti di loro fiducia, che realizzavano biciclette poi verniciate e marchiate Chiorda (come ha ricordato anche Pietro Piazzalunga, allora meccanico della Salvarani). In genere le biciclette della Salvarani, anche le Chiorda, venivano dal Reparto Corse della Bianchi; spesso, però, anche il Reparto Corse della Bianchi si limitava alla verniciatura, al montaggio dei componenti e all’apposizione del marchio su telai realizzati da telaisti di fiducia del corridore. Hanno realizzato telai per la Salvarani De Rosa, Colnago e sembra anche Masi. In particolare, il telaio di questa Chiorda usata da Gimondi e oggi posseduta da Enrico Ubiali è stato realizzato probabilmente da Ernesto Colnago.
La Chiorda poi produsse bici negli anni settanta: i modelli più importanti erano la “Professional” modello 1050 (top di gamma; con tubi Columbus DB e componentistica Campagnolo Record) e la “Gimondi” modello 1053. C’erano poi i modelli 030 e 031, di gamma più bassa, oltre a vari tipi di biciclette da turismo e città.
Recentemente, il marchio Chiorda è stato ripreso e rilanciato dalla Bianchi, forse anche per rispondere alla perdita del marchio Legnano (che oggi, dopo una serie di contese legali, è tornato nelle mani della famiglia Bozzi).
PS. i telai Cinelli con queste caratteristiche furono costruiti dal 1957 al 1965 per cui i freni Universal 68 sono stati montati successivamente , il proprietario mi scrive che mi manderà le foto della bici aggiornata al periodo
Bellissima bici, credo sia del 66 non 65 (nel 65 le salvarani erano marchiare magni).
Il reggisella che misura ha?
buonasera, purtroppo la bici non è la mia! Potrebbe essere del 66,Avevo contattato proprietario perchè quel tipo di telaio Cinelli ( che io sappia) furono commercializzati dal 57 al 63 per cui i componenti non erano coevi col periodo e non ho verificato il resto.la ringrazio
Salve,
ho appena recuperato una chiorda del reparto corse Salvarani che sto rimettendo tutta come in origine. Era stata acquistata da mio zio che all’epoca faceva l’autista al reparto corse.
Buongiorno, identica a quella di mio suocero
Buonasera,chi è il suo suocero?
la bici ha fatto giro d’Italia con Rudy Altig
grazie, pubblicherò il suo commento
mio suocero è uno dei cognati dei Fratelli Salvarani.
grazie mille
Per un attimo ho creduto di sognare: avevo una Chiorda identica che purtroppo per il non uso ho venduto nel 1972. Poi ho visto le piccole differenze con la mia : la corona forata diversamente da come l’avevo fatta io e la sella: avevo sostituito l’originale con una meravigliosa Brooks borchiata, perfettamente lavorata ed ammorbidita. Rivedere questa bici é stato come rivivere un sogno.
Grazie – Giampiero
buonasera Giampiero, il suo commento lo pubblico in fondo all’articolo sulla Chiorda, grazie mille
Buonasera.
Sto terminando il restauro conservativo di una V.N.CHIORDA (ovvero Vito Noris Chiorda) che proseguì per alcuni anni a produrre e vendere biciclette a Ponte S.Pietro -BG.
Purtroppo la bici non è mia ma di un amico che la teneva in box ed era appartenuta al papà.
E’ montata Campagnolo Gran Sport (mod.del 53) con cerchi Maccari extra in ferro, guarnitura Magistroni, freni Unversal brev.453949, sganci rapidi Gnutti pat.Campagnolo, attacco sella Aquila, sella Record in pelle, paranaghi corsa e fanaleria Radius B.52
La bici era stata richiesta (purtroppo) con modifica del manubrio da Corsa a Condorino e così la vuole mantenere.
Salve, data la sua esperienza riguardo il marchio Chiorda le sottoporrei qualche foto di un telaio per niente banale di fine anni 60 che mi è capitato sottomano qualche anno fa e che avevo accantonato perché ho….troppebiciiiiiii…e mi era un pò scesa la catena.
Saluti, Dario
p.s. se le interessa le invio qualche immagine
Buongiorno ho comprato una Chiorda per andare a fare l’ Eroica . La bici si e’ rivelata per niente male molto scorrevole e precisa. Mi era stato detto che era del 1973 ma sul telaio e’ presente inciso questo numero : 630299 . Secondo quello che capisco io dovrebbe essere il telaio 99 del febbraio 1963 . Mi potete dare chiarimenti ? Grazie
Buonasera,onestamente non ricordo più.lei contatti Frameteller che ne ha restaurata una di recente
Grazie