Cinelli Supercorsa primi anni 60

MOD. A – MOD. S.C. – SPECIALE CORSA – SUPERCORSA

Si leggono diverse interpretazioni in rete in riferimento al nome, ma la realtà è molto più semplice.Tutti i vari nomi utilizzati si riferiscono al medesimo modello e alla stessa bicicletta.In principio, potremmo dire che una certa classificazione in uso nominava il modello top di gamma Mod. A (Super Corsa) per differenziarlo dai due modelli meno prestigiosi Mod. B (Corsa) e Mod. C (Riviera).

Nel tempo, la Super Corsa  con etichetta “Mod. S.C.” è diventata “Speciale Corsa” per un errore del fornitore delle etichette (anni ’60) che aveva male interpretato l’abbreviazione S.C. Oggi le etichette sbagliate si sarebbero buttate via, ma erano altri tempi. Infatti, risarcito l’errore con uno sconto, le etichette vennero utilizzate. Quindi, quelle sbagliate dettarono legge e, in una successiva edizione e ne vennero volutamente prodotte di nuove “Speciale Corsa” (anni ’70). “Super Corsa” divenne infine un nome, una parola sola: “Supercorsa”.

1963

Il 1963 è una data importante per l’evoluzione della nostra Supercorsa. Infatti, Cino Cinelli decide di sostituire i tubi del triangolo principale, fino ad allora forniti da Reynolds 531, con la serie SL di Columbus, già fornitore dei foderi posteriori e della forcella. 

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Cinelli supercorsa 1978

Un giro in bicicletta è una fuga dalla tristezza

cit di james Starrs

Ecco il racconto che nel 1997 il mitico Cino Cinelli (proprio quello divenuto famoso per i manubri e le sue biciclette) fece alla Gazzetta dello Sport ricordando il “suo” ciclismo.

Strade bianche: si mangiava polvere e fango. Tubolari piu’ larghi e pesanti mezzo chilo l’uno. Una corona davanti e la tripla dietro. I cerchi erano in legno. La ruota si poteva cambiare solo se era rotta, in caso di foratura bisognava arrangiarsi da soli. Il ciclismo degli anni Trenta, com’e’ facile immaginare, era molto diverso da quello di oggi.

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