collezione privata
un po di …..storia
LA NOSTRA STORIA
Raccontare la storia della nostra azienda è un pò come ripercorrere la storia recente del nostro paese, quella che tutti siamo ancora in grado di raccontare. E molti si potranno riconoscere in questa storia, che è quella di tante aziende medie e piccole e piccolissime, nelle quali si assiste ad una commistione tra lavoro e famiglia, passione e determinazione e sacrificio, così tipicamente italiane, così inimmaginabili altrove.
Giuseppe Daccordi
– Giuseppe Daccordi, anni ’50 –
La nostra azienda è nata nel 1937 grazie alla passione per il ciclismo de l’allora ventiquattrenne Giuseppe Daccordi e del suo socio Armido Simoncini, di qualche anno più grande. Giuseppe aveva fatto esperienza per alcuni anni presso la bottega “del Marconi” a San Romano e, una volta messosi in proprio con il socio, iniziò a produrre telai e biciclette per conto terzi. Lui e il Simoncini aprirono bottega a San Romano, vicino alla stazione e lì rimasero per molti anni. In quegli anni le biciclette erano essenzialmente un fondamentale mezzo di trasporto: erano fatte di ferro e possederne una era considerata una vera fortuna per facilitare gli spostamenti. L’attività di produzione si concentrava pertanto su quelle che oggi chiameremmo semplicemente biciclette da passeggio, prodotte in primo luogo per l’ex datore di lavoro e poi per altre botteghe di biciclette della zona.
Giuseppe era uno schivo, di poche parole, nel suo lavoro aveva le mani d’oro e della sua straordinaria intelligenza ti accorgevi quando si metteva a sedere al bar, con gli amici e si dilettava in interminabili partite a Briscola, nella quali era un fuoriclasse! Oltre a quella per le carte, Giuseppe aveva un’altra passione: la bicicletta. La domenica mattina partiva in sella alla sua bici – sua per davvero, perché se l’era fatta da sé – e andava a fare le gare amatoriali che venivano organizzate un pò dappertutto dai vari circoli sportivi, dalle parrocchie, da chiunque avesse la passione per le due ruote. Le strade asfaltate erano ancora poche e la fatica doppia o anche tripla, perché dovevi pedalare prima e dopo la gara! Ma la passione ti fa fare cose che con la testa non faresti mai e dunque lui la fatica non la sentiva.
Libretto Cassa – Luglio 1948
– Libretto cassa, 1947 –
L’attività di Daccordi e Simoncini subì un’interruzione durante la guerra, a causa dei frequenti bombardamenti che colpirono l’area di Pontedera, soprattutto dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Alla fine del conflitto l’attività riprese e i due artigiani iniziarono ad affiancare alla produzione di biciclette normali, quella dei telai “da corsa”. Il ciclismo era una sport nazional-popolare, che portava lo spettacolo della fatica direttamente tra la gente, sulle strade, suscitando grandi entusiasmi. Accanto alle storiche “case” costruttrici di biciclette, sorte ai primi del Novecento, ne nacquero altre, quindi i due telaisti, come altri colleghi, soprattutto veneti, iniziarono a produrre biciclette da corsa per i grandi marchi.
Negli anni Sessanta, il boom dell’automobile causò una battuta d’arresto nell’attività della ditta: per qualche tempo la bicicletta sembrò destinata a scomparire dall’orizzonte degli italiani, ormai proiettati verso un progresso economico che produceva i suoi effetti anche sui consumi. Adesso il nuovo lusso, il nuovo status symbol, era l’automobile e tutti ambivano a rendere riconoscibile la propria evoluzione sulla scala sociale attraverso l’acquisto della prima macchina. Con il ritiro dall’attività di Armido Simoncini e l’avvicinarsi del pensionamento anche per Giuseppe, fu il figlio di quest’ultimo a raccogliere il testimone. L’ingresso in azienda di Luigi Daccordi determinò un’autentica svolta nell’attività. Questi, come già il padre, era dotato delle straordinarie doti di creatività e di manualità tipiche dell’artigiano, alle quali affiancava uno spiccato spirito imprenditoriale, per certi versi favorito anche dal dinamismo economico di quegli anni. Luigi inizialmente proseguì l’attività di terzista del padre, ampliando la propria clientela ed arrivando poi, nel giro di qualche anno, a decidere di investire per la creazione di un marchio proprio. Il 1981 fu l’anno della prima partecipazione della ditta Daccordi alla Fiera del Ciclo e del Motociclo di Milano, grazie alla quale l’azienda riuscì a far presentare e far apprezzare i propri prodotti ad un pubblico nazionale ed internazionale.
Fiera Milano – Primi anni novanta
– Luigi e Marilena Daccordi, EICMA Milano, 1990 –
La ricerca di nuovi mercati internazionali, l’anno successivo, il 1982, condusse l’azienda a partecipare all’IFMA ovvero la Fiera del Ciclo di Colonia, in Germania Tale partecipazione avviò, da un punto di vista fieristico, un’alternanza destinata a durare per oltre tre lustri: le due principali fiere di settore infatti, quella di Milano e quella di Colonia, si tenevano ad anni alterni ed essere presenti, per la Daccordi, divenne imperativo. Nel settore della bici, quelli erano senza dubbio gli anni degli italiani, ai quali, insieme ai francesi, veniva in un certo senso tributato di aver “inventato” il ciclismo inteso come fenomeno sportivo. Questo faceva sì che i produttori di biciclette italiani godessero di grande stima e apprezzamento anche all’estero, non solo per il fascino suscitato dalla loro storia, ma soprattutto per la qualità del loro lavoro.
In questo senso l’azienda è sempre rimasta fedele alla propria tradizione, rimanendo prima di tutto e soprattutto un’azienda che produce telai artigianali per biciclette. Li costruiamo in carbonio, in acciaio, in alluminio, li verniciamo e poi li vendiamo così oppure allestiamo la bicicletta completa. Il nostro è rimasto un lavoro sartoriale, perché partiamo dal cliente e a lui torniamo: dopo avergli creato un prodotto esclusivo e unico.
Saldatura Forcella
– I nostri tecnici al lavoro –
La natura artigianale si esprime nella volontà di fare bene il nostro lavoro, nell’umiltà con cui lo facciamo e se oggi è senza dubbio importante e doveroso parlare di tecnologia e di sicurezza dei prodotti, a ben vedere, quando noi parliamo del nostro lavoro, è soprattutto la parola “passione” che emerge! Negli anni, l’azienda ha saputo rinnovarsi e rimettersi in gioco, mutando e ampliando l’offerta, adattando il prodotto ed il processo produttivo alle nuove tendenze del mercato. do innovativi pannelli amorfi in silicio, che ci hanno permesso di integrarlo perfettamente al tetto dell’edificio, allo scopo di renderlo assolutamente invisibile. Oggi, grazie al nostro impianto fotovoltaico e ai suoi 37000 Kwh annui di produzione, abbiamo ottenuto il doppio risultato di inquinare meno l’ambiente e di ridurre la dipendenza dell’azienda da produttori esterni di energia.
tratto dal sito ufficiale Daccordi
Bella storia e bella bicicletta….
grazie Marco