The suicide shifter
La particolarità del primi modelli prodotti negli anni 30 è la mancanza della scritta Campagnolo su entrambe le facce della zona in cui si afferravano le bacchette , modello non disponibile, per ora
Tullio Campagnolo fa la sua entrata in scena nel mondo dei sistemi cambio con il suo “Campagnolo corsa”. Il sistema per sé era semplice e brillante ma talmente difficile e pericoloso da usare che gli inglesi lo ricordano ancora come “ the suicide shifter”.
Descrizione
Il Cambio Corsa, noto anche come “cambio a bacchetta” o “cambio a due leve”, è stato il primo meccanismo di cambio di velocità prodotto da Tullio Campagnolo a partire dagli anni ’30. In quel periodo iniziavano ad essere prodotti sul mercato i primi meccanismi che permettevano di usare 3 o più velocità: fino a quel momento i ciclisti si limitavano a montare un pignone su ciascun lato della ruota, togliendola e girandola all’occorrenza.
Il meccanismo di Campagnolo sfruttava un’altra sua invenzione, brevettata nel 1930: lo sgancio rapido. Contrariamente ad altri sistemi di cambio come il Vittoria Margherita, che usava un tensionatore per gestire la variazione della lunghezza della catena con i diversi pignoni, il Cambio Corsa usava invece dei forcellini particolarmente lunghi, con il vantaggio di avere così la catena sempre in posizione ottimale.
Questi forcellini erano inoltre dentellati, con un profilo ripreso nell’asse del mozzo: questa particolarità faceva sì che la ruota fosse sempre in asse e che il movimento della catena non la portasse fuori posizione.
Il sistema di cambio era dotato di due aste o bacchette in acciaio cromato, che correvano lungo il fodero alto dal lato della catena: la più lunga fungeva da sgancio rapido della ruota, mentre l’altra comandava direttamente un deragliatore. Al momento della cambiata il ciclista doveva aprire lo sgancio rapido, agire poi sulla seconda leva indirizzando la catena sul pignone desiderato per quindi cambiare effettivamente di rapporto pedalando all’indietro. Al termine dell’operazione si chiudeva nuovamente lo sgancio: la catena veniva automaticamente portata alla tensione corretta. Infatti, al momento del cambio da un pignone più piccolo ad uno più grande, era lo stesso movimento della pedalata all’indietro a “tirare” avanti la ruota. Nel caso contrario, la ruota stessa correva all’indietro nei forcellini a causa della forza d’inerzia. Il sistema funzionava perciò al meglio solamente quando il cambio di rapporto avveniva con bici in movimento.
I limiti di questo sistema era, ancora, l’artificiosità del tutto, con il disagio della pedalata all’indietro. Tuttavia permetteva l’uso di 4 pignoni con un’escursione di 6 denti fra il più piccolo e il più grande. Tipicamente i professionisti usavano corone da 49, 50 o 51 e ruote libere a 15, 17, 19 e 21 denti.
cit Testi cicli
Io ho posseduto una MOLINARI verde, con teste forcelle cromate, con cambio a bacchetta e doppio plateau con deragliatore ma con dietro una sola leva: la cambiata la effettuavo pedalando all’indietro.
Quante camere ho rattoppato nei tubolari scuciti e ricuciti!
Rivenduta per 16.000£ ad un signore abitante allora in Piazza Chironi numero pari a Torino … .
Anni 1965-66.
Bello ricordarsi della propri bicicletta!!