Modello Integrale atipico per via della presenza di forcellini tipo strada, solo a partire dal 1979 questo modello venne identificato con il nome “Strada”. Saldature di bussola e pendine non limate, in condizioni originali riporta decals di secondo tipo e forcella di seconda generazione, chiusura sella con grano. Particolari gli anelli di rinforzo sterzo più alti del normale. Sella Stelbel.
un ringraziamento all’amico fotografo GIANNI MAZZOTTA
telaio n.50 nel registro storico
un po di storia
Stelbel |
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Prodotti |
Telai per biciclette da corsa |
«Telai originali dal 1973» |
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Stelbel (acronimo di Stelio Belletti) è un marchio italiano di telai per biciclette da corsa, creato nel 1973 da Stelio Belletti.
- 1 La Storia
- 1.1 Gli inizi
- 1.2 Fondazione del marchio
- 1.3 Il primo brevetto Stelbel
- 1.4 La vittoria ai mondiali di ciclismo del 1975
- 1.5 La seconda metà degli anni 70
- 1.6 Gli anni 80
- 1.7 La chiusura nel 1990
- 2 La produzione
- 2.1 Modelli storici noti
- 3 Curiosità
- 4 Note
- 5 Voci correlate
- 6 Collegamenti esterni
Gli inizi
A partire dal secondo dopoguerra Stelio Belletti affianca il padre Antenore nell’officina di famiglia nel quartiere Ortica a Milano in via Giovanni Antonio Amadeo. L’attività era specializzata nel settore meccanico della costruzioni di telai e strutture in tubazioni metalliche. L’Officina Belletti durante gli anni 50 e 60 vanta collaborazioni di rilievo con importanti aziende italiane del settore aeronautico[1] e motociclistico[2] È fra le prime aziende in Italia a dotarsi di un macchinario per la saldatura TIG.
Fondazione del marchio
Stelio Belletti è da sempre grande appassionato di ciclismo e fin da ragazzo corre in squadre amatoriali locali. A partire dai primi anni 70, forte dell’esperienza maturata come saldatore e costruttore di telai per motociclette da corsa e fusoliere di aeroplani, si cimenta nella realizzazione di telai per bicicletta, unendo le tubazioni in acciaio con saldatura TIG, tecnica del tutto nuova per il settore ciclistico. Incoraggiato dal padre e dai risultati ottenuti, nella primavera del 1973 decise di fondare il marchio Stelbel, identificando così la propria produzione di telai per biciclette da competizione, separandola dall’attività dell’officina di famiglia. La sede produttiva era localizzata in provincia di Milano, nel paese di Rodano, frazione Lucino, Via Alessandro Manzoni 1.
Il primo brevetto Stelbel
Foto allegata alla documentazione originale del primo brevetto Stelbel – Modello Integrale
Stelio Belletti nel 1979
Sfruttando le conoscenze acquisite in campo meccanico come costruttore e saldatore, e l’esperienza in campo ciclistico da corridore, Stelio lavorò alla realizzazione di un modello di telaio per bicicletta da corsa che racchiudesse tutte le evoluzioni tecnologiche da lui sperimentate negli anni. Questo modello di telaio per ciclo, denominato “Integrale”, venne brevettato nel 1975.
Il titolo del brevetto recita: Telaio per bicicletta particolarmente da competizione con almeno parte dei tubi costituenti uniti direttamente fra loro per saldatura.
Fonte: Ufficio centrale brevetti – Pratica N°166907
La descrizione del brevetto illustra dettagliatamente come l’unione fra le tubazioni che costituiscono il telaio avvenga con tecnica di saldatura TIG ad elettrodo infusibile in tungsteno e atmosfera di gas Argon.
La vittoria ai mondiali di ciclismo del 1975
Nell’agosto del 1975, si sono disputati a Mettet e Yvoir, in Belgio, i campionati mondiali di ciclismo su strada. Per quell’occasione la nazionale polacca venne fornita con biciclette Stelbel[3] costruite appositamente per l’evento. Era l’esordio dei prodotti di Stelio Belletti in una competizione di livello internazionale.
Per la prova di cronometro a squadre, il telaista consegnò 6 telai (4 ufficiali più altri 2 di riserva), ed altri 6 telai per la prova di Corsa su strada in linea.
Correndo su telai Stelbel il quartetto polacco composto dai corridori Tadeusz Mytnik, Mieczyslaw Nowicki, Ryszard Szurkowski e Stanisław Szozda vinse la prova di cronometro a squadre ottenendo la medaglia d’oro.
La seconda metà degli anni 70
Forte dei risultati ottenuti, Stelio Belletti rinunciò completamente all’impegno in altri settori concentrandosi sulla sola costruzione di telai per bicicletta da competizione. In questi anni vennero realizzati telai sempre più evoluti e rifiniti, sia nella tecnica che nell’estetica. Venne particolarmente sviluppato il concetto di forcella con testa autocostruita[4], un segno distintivo della produzione Stelbel, che prevedeva la costruzione artigianale di quel particolare, senza l’ausilio di componenti prefabbricati.
Viene fatta risalire al 1979 la costruzione dei primi modelli chiamati Strada, che concludono l’epoca della serie di modelli chiamati “Integrale”[5].
Gli anni 80
Modello “Punta dell’Est” in mostra allo stand Stelbel alla fiera del ciclo di Milano nel 1985
Tandem Stelbel
Negli anni 80 la richiesta per i prodotti Stelbel crebbe ulteriormente, nuovi modelli vennero aggiunti alla gamma e l’azienda assunse i primi dipendenti.
Venne dedicato un impegno particolare nella costruzione di telai destinati alle prove a cronometro, con l’utilizzo di soluzioni all’epoca ritenute aerodinamiche e di grande impatto estetico. Sono gli anni della generazione di modelli Dynamic (con caratteristiche aerodinamiche) e del modello sperimentale chiamato Punta dell’Est che presentava una forma del telaio atipica per l’epoca[6].
Il modello Punta dell’Est è stato l’attrazione principale dell’esposizione Stelbel presenta alla fiera del ciclo di Milano del 1985.
Presso lo stand campeggiava lo slogan: “Stelbel” – Telai saldati Argon T.I.G. senza giunzioni.
Il classico disegno della forcella con testa autocostruita venne aggiornato più volte[7] nel corso di questa decade, ma rimase comunque uno dei segni più distintivi di tutta la produzione Stelbel.
Risalgono al 1983-1984 i primi esperimenti sulla costruzione di telai in acciaio inossidabile. Le tubazioni nei diametri e spessori adeguati per il settore ciclistico non erano disponibili sul mercato, e vennero pertanto realizzate su misura da una trafileria della provincia di Milano.
A partire dal 1983 viene adottata una numerazione seriale dei telai, 5 numeri consecutivi erano punzonati sotto la bussola del movimento centrale, dove i primi 2 numeri indicavano l’anno di costruzione[8][9].
Il numero seriale del telaio non va confuso con le misure principali del telaio, anche’esse punzonate sulla bussola del movimento centrale già a partire dalla metà degli anni 70[10].
La chiusura nel 1990
L’evoluzione dei modelli di telaio Stelbel è continuata senza sosta fino al 1990, arrivando a sperimentare la costruzione di telai in alluminio e producendo le prime mountain bike in Italia. In quell’anno, problemi di natura privata costrinsero Stelio Belletti alla chiusura dell’attività senza particolare preavviso.
La produzione|
Modelli storici noti
Modello |
Intervallo di produzione |
Integrale |
dal 1973 al 1980 |
Pista |
dal 1975 al 1990 |
Strada |
dal 1979 al 1990 |
Strada Super |
dal 1982 al 1990 |
Cronotime |
dal 1982 al 1985 |
Punta dell’Est |
dal 1983 al 1988 |
Dynamic |
dal 1983 al 1990[11] |
Cronosquadra |
dal 1984 al 1990[12] |
Inox |
dal 1983 al 1988[13] |
Cross |
dal 1975 al 1990 |
Tandem |
dal 1977 al 1990[14] |
Curiosità
- Stelio Belletti decise di cimentarsi nella costruzione di telai per biciclette dopo uno spiacevole inconveniente con una bicicletta da corsa acquistata da un rivenditore milanese. Il telaio di quella bicicletta, a detta di Stelio Belletti, risultava non equilibrato e non propriamente allineato. Dato che il rivenditore non era di quella stessa opinione, il Sig. Belletti decise di risolvere il problema costruendosi un telaio per proprio conto. Era il 1970.
- I telai da cronometro forniti alla squadra polacca nel 1975 per correre al campionato mondiale erano stati costruiti con tubazioni estremamente sottili e leggere appositamente per quella specialità. Stelio Belletti si raccomandò di non usare quei telai per la prova su strada in linea, che presentava un percorso più lungo ed accidentato rispetto alla prova a cronometro, infatti Belletti fornì altri 6 telai più robusti per quell’occasione. La squadra, ignorando le raccomandazioni, corse entrambe le prove con le biciclette da cronometro, in quanto stupiti della loro leggerezza, non pensando ad un rischio di rottura, che comunque non si verificò.
- In tempi recenti si è diffusa la notizia di una vittoria della nazionale polacca di ciclismo su biciclette Stelbel alle olimpiadi di Los Angeles nel 1984. La falsa notizia è frutto di un fraintendimento durante un’intervista a Stelio Belletti nel 2011, si voleva invece fare riferimento alla vittoria durante i campionati mondiali del 1975. La falsa notizia è stata riportata sul web da più fonti. Solo nel 2013 è stata smentita e corretta dallo stesso Belletti.
- Il nome del modello Punta dell’Est è ispirato al luogo di allenamento delle squadre vicine al marchio Stelbel specialiste in prove a cronometro degli anni 80. Durante quel periodo gli allenamenti si svolgevano frequentemente sui viali attorno all’idroscalo di Milano. La parte nord-est del lago artificiale era nota all’epoca come Punta dell’est, ed utilizzata dai ciclisti come punto di incontro.
- Nell’utilizzare nomi inglesi per identificare alcuni modelli della produzione sono stati commessi errori grammaticali, i più noti appartengono alla linea Dynamic. Si trovano infatti modelli recanti le scritte “Dinamic” e “Dinamics” oppure ancora “Dynamics”. Solo su alcuni modelli è presente la denominazione esatta “Dynamic”. Anche nella traduzione inglese di “telai originali Stelbel” (slogan molto usato) era stato commesso un errore grammaticale omettendo la lettera “e” e la forma plurale inglese dalla parola “frame”. La dicitura recitava “Stelbel Original Fram”
- tratto da wikipedia